La lotta alla corruzione nel settore privato subisce un importante assesto grazie alla pubblicazione, lo scorso 30 marzo, del D.Lgs. 38/17. La novella normativa ha ampliato la platea dei soggetti attivi autori di reato passibili di sanzione, includendovi, accanto agli amministratori, direttori generali e dirigenti anche i dipendenti che svolgono attività lavorativa con l’esercizio di funzioni direttive presso società o enti privati. Sono state rideterminate, inoltre, le condotte passibili di sanzione, includendovi (i) la sollecitazione del denaro e/o di altre utilità non dovuti da parte dei soggetti intranei, qualora ne derivi un accordo di tipo corruttivo e (ii) l’ipotesi in cui vi sia un’offerta di utilità non dovute da parte del soggetto estraneo nei riguardi del personale interno che accetti l’offerta. In tal senso, i modelli di organizzazione gestione e controllo dovranno essere rivisti al fine di prevenire il verificarsi delle fattispecie delittuose sopra esposte, pena l’applicabilità di sanzioni pecuniarie fino ad un massimo di 600 quote e delle sanzioni interdittive, tra le quali il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’interdizione all’esercizio dell’attività.