Approvato lo schema di decreto legislativo per il recepimento della direttiva Ue sul cosiddetto “whistleblowing” Come funziona il contrasto della corruzione e la protezione degli informatori del corso di quest’anno chi deciderà di segnalare illeciti, sia nel settore pubblico che in quello privato, potrà farlo contando su maggiori tutele. A inizio dicembre, infatti, il governo ha approvato lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva Ue (2019/1937) in materia di segnalazioni di illeciti, il cosiddetto whistleblowing. Manca ora sola la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dopo di che le aziende con più di 250 dipendenti avranno quattro mesi per adeguarsi alle nuove regole, mentre per quelle con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 250 ci sarà tempo fino al 17 dicembre 2023. Si tratta di un recepimento tardivo, visto che il termine ultimo era stato fissato per il 17 dicembre 2021, ma l’Italia non è l’unico Paese a essersi mosso con ritardo. La direttiva Ue introduce importanti misure per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto della corruzione e predispone standard minimi di protezione degli informatori; si applica sia al settore pubblico che a quello privato e fornisce tutela legale a un ampio numero di potenziali whistleblower. Essa stabilisce inoltre misure idonee a garantire la protezione degli informatori dalle ritorsioni e impone la creazione di meccanismi che favoriscano le segnalazioni. «Dal 2017, in Italia, la disciplina in materia di segnalazione di illeciti nel settore privato è stata regolamentata esclusivamente dalla legge numero 179 del 2017, con la quale si è introdotta la possibilità di istituire specifici sistemi di tutela per coloro che operassero una segnalazione di illecito, meglio noti con il termine inglese “whistleblowers” (letteralmente “soffiatori di fischietto”) — spiega Vittorio De Luca, Managing Partner dello studio De Luca&Partners — Rispetto al quadro normativo nazionale delineato dalla legge del 2017, la nuova normativa estende l’obbligo di attivare un canale per la segnalazione degli illeciti a tutte le aziende del settore privato con più di cinquanta dipendenti. L’attivazione potrà avvenire dopo aver sentito le rappresentanze o le organizzazioni sindacali». Il decreto (e prima di esso la direttiva Ue) è espressamente finalizzato a proteggere chi rivela violazioni del diritto comunitario in settori quali ad esempio appalti pubblici, servizi, prodotti e mercati finanziari, riciclaggio, tutela dell’ambiente, salute pubblica e protezione dei consumatori. Esso impone di individuare modalità adeguate affinché siano garantiti il rispetto della tutela e riservatezza dei segnalatori, nonché, per i lavoratori, la protezione da qualsiasi forma di ritorsione. «Ai sensi del decreto, costituiscono ritorsione, a titolo esemplificativo, il mutamento di funzioni, il licenziamento, il cambiamento del luogo di lavoro, la riduzione dello stipendio, la modifica dell’orario di lavoro, il mancato rinnovo e la risoluzione anticipata di un contratto di lavoro a termine — conclude De Luca — Le aziende dovranno quindi istituire canali di segnalazione interni ed esterni implementando delle procedure di gestione che assicurino la riservatezza tanto dei segnalanti quanto dei dati personali, compresa la conservazione, che dovrà essere effettuata in conformità alla normativa in materia di protezione dei dati personali oggi rappresentata dal Regolamento (Ue) 2016/679, meglio noto come Gdpr».
Fonte: Repubblica Album Speciale Lavoro