Con sentenza depositata il 30 settembre u.s., il Tribunale di Roma si è pronunciato per la prima volta sulla riforma delle mansioni introdotta con il D.Lgs. n. 81/2015 attuativo del Jobs act, fornendo un proprio orientamento interpretativo in materia. Secondo il Tribunale il demansionamento costituisce una sorta di “illecito permanente”, che si attua e si rinnova ogni giorno in cui il dipendente è mantenuto a svolgere mansioni inferiori rispetto a quelle che egli avrebbe diritto di svolgere, e, quindi, la valutazione della liceità o meno della condotta datoriale va compiuta con riferimento alla disciplina legislativa e contrattuale vigente giorno per giorno. Ciò significa che, se questa disciplina cambia, autorizzando una condotta che prima non era ammessa, l’illecito si interrompe per i periodi successivi alla modifica normativa. Le conclusioni cui perviene il Tribunale di Roma, in prima approssimazione, sembrano rispecchiare quanto già prospettato dalla dottrina pronunciatasi immediatamente dopo l’entrata in vigore del decreto.