La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11595 del 6 giugno 2016, ha stabilito che il licenziamento dei dipendenti pubblici che hanno raggiunto il limite di anzianità deve essere sempre accompagnato da una motivazione, a prescindere dal fatto che le norme di riferimento non sanciscano obblighi in tal senso. La sentenza fa capo ad un ricorso promosso da due lavoratori di un Comune lombardo licenziati nel 2008 dopo aver raggiunto i 40 anni di anzianità contributiva. Secondo la Corte, infatti, il licenziamento intimato a un soggetto “anziano” può intendersi come discriminatorio se non è oggettivamente e ragionevolmente giustificato da una finalità legittima. In sostanza il licenziamento non può essere intimato senza un’adeguata motivazione, poiché è nella motivazione che può essere colta la oggettività della scelta datoriale, priva di connotati discriminatori.