La Corte Costituzionale, lo scorso 11 gennaio, si è pronunciata sull’ammissibilità dei 3 quesiti referendari proposti dalla CGIL, relativi (i) all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ed al ripristino della reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, (ii) alla cancellazione dei voucher e (iii) al ripristino, in materia di appalto, della responsabilità solidale tra committente ed appaltatore. In particolare, la Consulta ha dato via libera agli ultimi due quesiti referendari, sui quali si voterà in una data compresa tra il 16 aprile e l’11 giugno prossimi, pronunciandosi, invece, in senso negativo sull’articolo 18 della legge 300/70. Una bocciatura definita dalla Corte Costituzionale di “stretta misura”, con 7 voti a sfavore e 6 a favore del quesito. La Corte, che depositerà le motivazioni delle sentenze di cui sopra entro il 10 febbraio 2017, sembrerebbe aver rifiutato il quesito sull’articolo 18 poiché, così come presentato, si sarebbe trasformato in un referendum di tipo manipolativo, atto non a reintrodurre la vecchia formulazione dell’articolo 18 quanto, piuttosto, a immettere nel mondo del lavoro una disposizione del tutto nuova, trasformando in propositivo il quesito e quindi, in quanto tale, del tutto inammissibile.