Nel decreto Aiuti ter appena approvato, si prevede una stretta sulle disposizioni applicabili ai datori di lavoro con oltre 250 dipendenti che intendano licenziare almeno 50 addetti, in caso di chiusura di sedi o stabilimenti con cessazione definitiva dell’attività.
«La decisione del governo – spiega l’avvocato Vittorio De Luca, managing partner dello studio legale De Luca & Partners – è con ogni probabilità dettata dalle nubi fosche che incombono a livello internazionale e in particolare sul sistema produttivo italiano, in conseguenza della crisi energetica e dell’aumento dei costi delle materie prime»
Nello specifico, viene prolungato a 90 giorni il periodo nel quale il datore di lavoro è tenuto a discutere con le rappresentanze sindacali – alla presenza, tra gli altri del ministero del lavoro – il piano volto a limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura.
«Inoltre, qualora venga cessata definitivamente l’attività produttiva o una parte significativa della stessa, le aziende dovranno restituire eventuali sovvenzioni, sussidi o ausili finanziari, percepiti nei 10 anni antecedenti l’avvio della procedura – dice De Luca -. In un momento storico in cui si annuncia una possibile, incombente recessione, diviene sempre più necessario intervenire con una riforma organica in materia di ammortizzatori sociali e politiche attive sul lavoro, per limitare il rischio di una esplosione di licenziamenti».