La Corte di Cassazione, con la sentenza del 30 settembre 2013 n. 22321, ha statuito che l’irreprensibile condotta decennale e la volontà di riparare il danno provocato salvano dal licenziamento il dipendente che intasca il rimborso di un viaggio che non ha fatto. La Suprema Corte ha così rovesciato la decisione dei giudici d’appello accogliendo il ricorso del lavoratore, per l’assenza di una piena prova sulla sua malafede e per la diligenza con cui il medesimo ha sempre adempiuto ai propri obblighi.