È costituzionale la normativa che dispone il raddoppio dei termini per la decadenza dell’azione di accertamento in presenza di un reato tributario, anche se la constatazione della violazione penale è stata effettuata quando già i termini ordinari di accertamento erano decaduti. Compete al giudice tributario, ove richiesto dal contribuente, accertare se l’amministrazione abbia agito con imparzialità o abbia, invece, fatto un uso pretestuoso e strumentale della normativa per fruire ingiustificatamente di un più ampio termine di accertamento. Lo ha chiarito la Corte Costituzionale con la sentenza n.247/2011.