La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26143 depositata il 21 novembre, ha statuito che registrare le conversazioni dei colleghi a loro insaputa costituisce motivo di licenziamento, anche se le registrazioni servivano a provare un caso di mobbing.Il principio è stato enucleato dalla Suprema Corte che ha confermato il licenziamento intimato a un medico dall’azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino «per la grave situazione di sfiducia, sospetto e mancanza di collaborazione venutasi a creare all’interno dell’equipe medica di chirurgia plastica».