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Categorie: Giurisprudenza
La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4559 del 22 febbraio 2013, ha statuito che è legittimo il licenziamento del lavoratore che, durante il periodo di assenza dal lavoro per malattia, va a caccia con gli amici.
Categorie: Giurisprudenza
La Cassazione, con sentenza n. 1693 depositata il 24 gennaio, ha stabilito che il rifiuto del lavoratore subordinato di svolgere la propria prestazione lavorativa, ad esempio in caso di adibizione a mansioni inferiori, può essere legittimo, e quindi non giustificare il licenziamento in base al principio di autotutela nel contratto a prestazioni corrispettive, se il rifiuto è proporzionato all'illegittimo comportamento del datore di lavoro e conforme a buona fede.
Categorie: Giurisprudenza
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 1148/2013, ha stabilito che il limite massimo di risarcimento introdotto dalla L. n. 183/2010 (cd. “Collegato Lavoro”) nei casi di conversione del contratto a termine - ossia, 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto - si applica anche al lavoro interinale (e, pertanto, alla somministrazione di manodopera).
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La Corte di Cassazione, con sentenza n. 106/2012, ha stabilito che se il lavoratore è realmente malato non può essere licenziato solo perché non ha inviato il certificato in tempo utile, ridimensionando così la portata dell’inadempimento commesso dal dipendente.
Categorie: Giurisprudenza
Il Tribunale di Milano, con ordinanza del 28 novembre 2012, ha stabilito che la violazione dell'obbligo di repechage rende illegittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ma la conseguenza è solo un'indennità risarcitoria in favore del lavoratore licenziato (e non la sua reintegrazione), se la soppressione del posto di lavoro è effettiva.