La Corte e di Cassazione, con l’ordinanza n. 14242/2018, è stata chiamata a decidere sulla sussistenza del danno non patrimoniale in caso di trattamento illecito dei dati. In particolare, la vicenda posta al vaglio della Suprema Corte riguardava il provvedimento di trasferimento di un dipendente dell’agenzia delle Dogane disposto a seguito dell’avvio da parte della Procura della Repubblica di un’indagine che lo riguardava. Il provvedimento riportava nelle motivazioni le vicende giudiziarie del dipendente e veniva adottato dall’Amministrazione utilizzando il protocollo ordinario, idoneo a rendere accessibile a tutti i dipendenti dell’Agenzia, le informazioni circa il coinvolgimento giudiziario del dipendente. All’esito del giudizio, la Corte ha ritenuto sussistente in via automatica il danno non patrimoniale a carico del datore di lavoro che tratta i dati personali del dipendente in violazione delle norme a tutela della privacy, a meno che lo stesso datore non abbia adottato tutte le misure idonee ad evitarlo o sia in grado di dimostrarne l’assenza o quantomeno la sostanziale irrilevanza.