Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato un regio decreto sul lavoro a distanza “Real Decreto-Ley 28/2020”, un complesso organico di disposizioni teso a contemperare le esigenze del lavoratore e quelle del datore di lavoro, pubblicato nel Boe – l’equivalente della Gazzetta Ufficiale italiana – il 23 settembre 2020.
Meritano particolare menzione 8 punti di interesse normati dal regio decreto spagnolo:
1. l’ambito di applicazione della legge: il regio decreto chiarisce qual è l’ambito di applicazione della legge, e dunque, cosa debba intendersi per lavoro a distanza: «si riterrà regolare il lavoro a distanza che sia prestato, in un periodo di riferimento di tre mesi, per almeno il trenta per cento dell’orario di lavoro, o la percentuale proporzionalmente equivalente in funzione della durata del contratto di lavoro»;
2. l’accordo: si prevede che la decisione di lavorare a distanza sia il frutto dell’incontro di volontà del datore di lavoro e del lavoratore, un accordo da formalizzare in forma scritta, da registrare presso gli uffici competenti e consegnare alla rappresentanza dei lavoratori;
3. il ruolo della contrattazione collettiva: viene rafforzato il ruolo della contrattazione collettiva che deve regolare questioni rilevanti: il diritto alla disconnessione, l’identificazione delle posizioni e delle funzioni suscettibili di essere svolte a distanza, le condizioni di accesso e svolgimento della prestazione mediante questo modello organizzativo, la durata massima del lavoro a distanza, ecc..
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