Il 21 gennaio scorso il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione sul diritto alla disconnessione (2019/2181(INL).
Con tale locuzione si intende – come precisato dal Parlamento – il “diritto dei lavoratori di non svolgere mansioni o comunicazioni lavorative al di fuori dell’orario di lavoro per mezzo di strumenti digitali, come telefonate, email o altri messaggi”.
Il documento è stato approvato, non a caso, nel contesto emergenziale, durante il quale, secondo i dati forniti da Eurofound, oltre un terzo dei lavoratori dell’Unione ha cominciato a lavorare da casa, rispetto al 5% che già lavorava a distanza prima della crisi: la modifica delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa e l’utilizzo sempre maggiore degli strumenti digitali hanno portato, come si legge nella risoluzione, alla “nascita di una cultura del “sempre connesso” … che può andare a scapito dei diritti fondamentali dei lavoratori”.
La risoluzione prende le mosse dall’assenza, a livello comunitario, di una normativa specifica sul diritto dei lavoratori alla disconnessione dagli strumenti digitali e dalla conseguente necessità di costituire un quadro normativo comunitario che individui le prescrizioni minime per l’esercizio di tale diritto.
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