La Cassazione, con la sentenza n. 1663 del 24 gennaio 2020, ha esteso ai riders le norme sul lavoro subordinato. Secondo la Cassazione il regime di autonomia dei lavoratori è integro nella fase genetica dell’accordo (essendo il lavoratore libero di obbligarsi o meno alla prestazione) ma non nella fase funzionale di esecuzione del rapporto. Le modalità di prestazioni vengono, infatti, determinate in modo sostanziale da una piattaforma e da un applicato per smartphone. La Cassazione nega così che possa esistere un tertium genus, intermedio tra l’autonomia e la subordinazione. Secondo la Cassazione, infatti, l’art. 2, comma 1, del D.Lgs. 81/2015 è una norma di disciplina, non crea una nuova fattispecie.