La riforma previdenziale, contenuta nel D.L. n. 201/2011, procede verso l’armonizzazione. Nel 2021, infatti, uomini e donne andranno in pensione di vecchiaia a 67 anni. Inoltre, per i lavoratori per i quali la pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo è possibile conseguire un trattamento anticipato, se hanno almeno 20 anni di contributi e la prima mensilità di pensione è pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. In aggiunta, per i lavoratori cd. “precoci” è possibile la pensione anticipata con 41 anni e un mese di contributi per le donne e con 42 anni e un mese di contributi gli uomini. Infine, il D.L. ha individuato i soggetti a cui si applicano le regole pensionistiche previgenti; tra questi: (i) i lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto entro il 31 dicembre 2011 con accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale; (ii) i lavoratori che hanno risolto o accettato di risolvere il rapporto di lavoro nell’ambito di una procedura collettiva di mobilità terminata con accordo sindacale prima del 4 dicembre 2011.