Le novità in tema di Whistleblowing non finiscono mai. Mentre le disposizioni del dlgs n. 24 del 10 marzo 2023 sono già in vigore per le aziende dai 250 dipendenti in poi, per le imprese che occupano dai 50 e i 249 dipendenti questo avviene solo dal 17 dicembre scorso, imponendo loro di dotarsi di sistemi di whistleblowing. Tutto questo come impatta il lavoro degli studi legali specializzati?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni degli studi che stanno affiancando le imprese negli adempimenti previsti dalla norma sulla protezione delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o dell’Ue. A sei mesi dall’entrata in vigore, la task force dedicata dello studio De Luca & Partners ha analizzato lo stato dell’arte dell’applicazione concreta della norma da parte delle aziende, e ne emerge che queste sono ancora lontane dall’adempimento alle disposizioni. «Notiamo una generale tendenza a sottovalutare la complessità delle attività da effettuare per ottemperare alle disposizioni del Decreto Whistleblowing» dice Vittorio De Luca, managing partner di De Luca & Partners.
«Le aziende dimostrano un certo ritardo nel valutare attentamente attraverso quale sistema, anche informatico, devono essere effettuate le segnalazioni, nel pieno rispetto della vigente normativa in materia di privacy. Non solo, occorre assicurarsi che il codice disciplinare adottato sia adeguato ad evitare di vanificare eventuali provvedimenti disciplinari adottati. Il tutto, in un quadro normativo che sancisce due rischi particolarmente rilevanti: una sanzione sino a 50mila euro, e soprattutto, il venir meno delle esimenti previste dal dlgs 231/01»
La versione integrale dell’intervista è stata pubblicata su ItaliaOggi7 in edicola il 19 febbraio 2024.