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Categorie: Normativa
Il Ministero del Lavoro, con circolare n. 18/14 del 30 luglio u.s., ha fornito le prime indicazioni operative sulle innovazioni introdotte dal D. L. 34/2014 in materia di contratti a termine, somministrazione e apprendistato.
Categorie: Normativa
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 226/2014 - dopo essersi già pronunciata per altri analoghi aspetti sull’argomento tramite la sentenza n. 303/2011 - ha confermato la legittimità costituzionale dell’art. 32, comma 5, della legge n. 183/2010 e della interpretazione autentica intervenuta con l’art. 1, comma 13, della legge n. 92/2012, che prevede, in caso di conversione del rapporto a termine in contratto a tempo indeterminato, una indennità risarcitoria complessiva compresa nella forbice tra 2,5 e 12 mensilità parametrate sull’ultima retribuzione globale di fatto.
Categorie: Giurisprudenza
Il dipendente che è assente per malattia ma nello stesso tempo lavora presso un concorrente del suo datore di lavoro, viola il dovere di non concorrenza previsto dal suo contratto collettivo e può essere licenziato.
Categorie: Giurisprudenza
La Corte d’Appello di Milano, con sentenza n. 406 del 3 luglio 2014, ha stabilito che è discriminatoria la disparità di trattamento dei lavoratori basata solo sul requisito dell'età se non è ragionevolmente giustificata da un legittimo obiettivo di favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro. Il caso affrontato dalla citata Corte riguardava un lavoratore di età inferiore a 24 anni, prima assunto con contratto a chiamata a tempo determinato, poi convertito a tempo indeterminato, sulla sola base del requisito anagrafico ai sensi degli articoli 33 e seguenti della Legge Biagi.
Categorie: Normativa
Il divieto di stipulare un numero di rapporti a tempo determinato superiore a una certa soglia quantitativa - introdotto dal D.L. n. 34/2014, convertito in L. n. 78/2014 – va raccordato con la disciplina collettiva di riferimento. Se il CCNL nulla prevede al riguardo (come accade per il settore metalmeccanico) si applica la regola del 20% prevista dalla riforma.