Rilanciare il mercato occupazionale in Italia. È questa la conclusione emersa da “Le riforme del lavoro – Jobs Act. Cosa cambia davvero”, il convegno organizzato a Milano lo scorso 24 marzo dallo Studio De Luca – Avvocati Giuslavoristi, che ha voluto fotografare effetti, conseguenze e cambiamenti innescati dalla riforma, dando voce a rappresentanti del governo, dell’industria e dei sindacati.
“Il Jobs Act è buona riforma anche se, per essere uno strumento utile, deve essere perfezionato – ha dichiarato Giampietro Castano, Coordinatore dell’Unità di Crisi Industriali presso il Ministero della Sviluppo Economico – Da un lato, infatti, è auspicabile un potenziamento delle politiche attive che coinvolgano le parti sociali, mentre dall’altro è necessario l’introduzione di strumenti che privilegino le imprese in cui Stato e privati giochino un ruolo attivo”.
Gli fa da contraltare Marco Bentivogli, Segretario Generale Nazionale FIM CISL che ha espresso invece un’opinione più critica nei confronti della riforma. “Se non accompagnata da interventi di incentivazione della produttività, il Jobs Act è poco efficace in termini di creazione di nuovo lavoro. Per assicurare nuovi posti d’impiego non è sufficiente la flessibilità in uscita, ma sono necessari anche incentivi in entrata – ha dichiarato Bentivogli, che ha definito il dibattito sull’art. 18 come un’arma di distrazione di massa. “È necessario infine – ha suggerito Bentivogli – guardare all’esempio di flexicurity americana, in cui le minori tutele nella fase di cessazione del rapporto di lavoro, vengono compensate da un mercato occupazionale più dinamico, che consente ai lavoratori di potersi ricollocare”.
E durante il convegno, diverse opinioni sono emerse sull’articolo 18, che per Massimo Bottelli, Direttore del Settore Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Assolombarda, rappresenta però solo una parte della riforma in atto. “Deve cambiare lo scenario – ha dichiarato Bottelli – Si deve passare dalla tutela del posto di lavoro alla tutela dell’occupabilità del lavoratore. Il futuro va sviluppato sotto il segno della rioccupabilità dei lavoratori.”
Vittorio De Luca, Managing Partner dello Studio De Luca ha espresso apprezzamento per la riforma: “I provvedimenti di legge, in buona parte non ancora entrati in vigore, rappresentano un deciso passo avanti nella modernizzazione del diritto del lavoro in Italia.”
Una panoramica sulle novità introdotte in materia di incentivi alle assunzioni, politiche attive ed ammortizzatori sociali è stata proposta durante l’intervento di Salvatore Vitiello, consulente del lavoro di HR Capital.
Vincenzo De Luca, Senior Partner dello Studio De Luca, ha ripercorso poi la storia dell’art. 18 e dello Statuto dei Lavoratori, delineando il contesto politico, economico e sociale che in 45 anni ha portato ai tentativi di riforma e di abrogazione della disposizione. Carlo Balzarini, Esperto in relazioni industriali dello Studio De Luca, ha sottolineato, invece, come il decreto attuativo della Legge Delega n. 183/2014, relativo alla parte degli ammortizzatori sociali, sia in fase di stesura e l’iter parlamentare che condurrà alla sua approvazione si concluderà probabilmente entro l’inizio di questa estate.
Infine, Stefano Nigro di Invest In Lombardy ha sottolineato l’importanza del contesto economico-sociale e della tempistica in cui è intervenuto il Jobs Act. “L’Italia e la Regione Lombardia sono al centro dell’attenzione internazionale per l’evento Expo 2015. Per la qualità delle risorse umane, il nostra Paese rappresenta un territorio attrattivo che il Jobs Act può contribuire a rendere ancor più appetibile – ha concluso Nigro – agevolando le nuove assunzioni e superando la rigidità del mercato del lavoro che ha caratterizzato la recente storia del nostro paese”.
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