«Il Jobs Act, con i provvedimenti di cui si compone, tra i quali quelli inerenti le tutele crescenti del 2015, ha ridotto ulteriormente l’ambito di applicazione della tutela reale del posto e ha previsto un sistema risarcitorio che, almeno nelle intenzioni del legislatore, si configura certo e non discrezionale» afferma l’avvocato Vittorio De Luca, Managing Partner dello studio legale De Luca & Partners. «I risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti: un sistema di tutele moderno e competitivo, al passo con quello dei maggiori Paesi industrializzati e che ha determinato un evidentissimo effetto deflattivo del contenzioso in materia di lavoro». Il ministero della Giustizia ha fornito i dati relativi ai contenziosi: le cause di lavoro sui licenziamenti dal 2012 si sono dimezzate. «Non concordo invece con gli analisti che attribuiscono al contratto a tutele crescenti effetti diretti sull’occupazione», aggiunge il legale. Anche se «è vero che questa formula sta avendo un ruolo determinante nel trasformare l’attuale congiuntura economica positiva in un aumento dell’occupazione. Tale effetto, peraltro, permane anche a seguito del significativo ridimensionamento degli incentivi che avevano accompagnato l’introduzione del nuovo regime di tutela contro i licenziamenti illegittimi. Le ragioni sono certamente riconducibili alla migliore possibilità per il datore di lavoro di prevedere il costo di separazione». E il bonus lavoro giovani 2018? «Il nostro ordinamento dovrebbe fornire tutti gli strumenti necessari per garantire ai giovani di entrare il prima possibile nel mondo del lavoro». La riduzione del carico contributivo determinerebbe un ulteriore sviluppo del mercato del lavoro anche ad opera degli investitori stranieri, nonché, «una retribuzione più corposa per i dipendenti. L’effetto, positivo, sul settore dei consumi sarebbe inevitabile. Il tutto a vantaggio dell’economia reale del Paese», conclude il legale.