Si è tenuto Martedì 24 marzo nella sede di Palazzo Turati a Milano, il Convegno organizzato dallo Studio De Luca – Avvocati Giuslavoristi: “Le riforme del lavoro Jobs Act. Cosa cambia davvero”.
L’incontro ha offerto i punti di vista di relatori di primo piano appartenenti al mondo ministeriale, confindustriale e sindacale, nell’interpretazione della riforma del Diritto del Lavoro, appena entrata in vigore lo scorso 7 Marzo.
L’incontro è stato coordinato da Maria Carla De Cesari, Vice Caporedattore Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore.
Stefano Nigro di Invest In Lombardy, di cui Studio De Luca è Strategic Partner, nel suo intervento di apertura, ha sottolineato l’importanza del contesto economico-sociale e della tempistica in cui è intervenuto il Jobs Act. L’Italia e la Regione Lombardia sono al centro dell’attenzione internazionale per l’evento Expo 2015. Ha presentato Invest in Lombardy, il progetto in partnership con enti pubblici e privati che fornisce assistenza agli investitori esteri interessati al mercato italiano. Per la qualità delle risorse umane, l’Italia rappresenta un territorio attrattivo che il Jobs Act può contribuire a rendere ancor più appetibile, agevolando le nuove assunzioni e superando la rigidità del mercato del lavoro che ha caratterizzato la recente storia del nostro paese.
Vincenzo De Luca, Senior Partner dello Studio De Luca, ha ripercorso la storia dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, delineando il contesto politico, economico e sociale che in 45 anni ha portato ai tentativi di riforma e di abrogazione della disposizione. Interventi legislativi fortemente contrastati e neutralizzati da un aspro dibattito tra Confindustria e le rappresentanze sindacali. Si è soffermato sulla novità introdotta dalla Riforma Fornero. Ha poi sottolineato come la Riforma Renzi sia intervenuta limitando fortemente la discrezionalità dei giudici nella valutazione della proporzionalità del licenziamento, creando uno spartiacque tra i lavoratori assunti prima e dopo la sua entrata in vigore.
Vittorio De Luca, Managing Partner dello Studio De Luca, ha presentato le misure messe a punto dal Governo per favorire il rilancio dell’occupazione, in linea di continuità con la prospettiva suggerita dalle politiche europee. Dopo essersi soffermato sul riordino delle tipologie contrattuali e sulla disciplina delle mansioni oggetto dello schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 febbraio, ha illustrato i profili più strettamente giuridici del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ed il nuovo impianto sanzionatorio di cui al D.Lgs. n. 23/2015.
Marco Bentivogli, Segretario Generale Nazionale FIM CISL è intervenuto sul Jobs Act come risposta alla crisi occupazionale, esprimendosi in senso critico rispetto alla riforma come sistema unico per creare lavoro, se non accompagnata da interventi di incentivazione della produttività. Ha fornito alcuni dati sul calo dell’occupazione in Italia e definito il dibattito sull’art. 18 “un’arma di distrazione di massa”. Ha proseguito rilevando come per creare stabilità nell’occupazione non sia sufficiente la flessibilità in uscita, ma siano necessari gli incentivi in entrata. Ha concluso specificando che, “se si resta entro i dogmi della flexicurity”, il regime di tutele meno rigido nella fase di cessazione del rapporto di lavoro viene compensato da un mercato occupazionale più dinamico, che consente ai lavoratori di potersi ricollocare, come dimostrato dall’esperienza americana.
Massimo Bottelli, Direttore del Settore Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Assolombarda, ha evidenziato che la riforma dell’articolo 18, di grande rilevanza mediatica anche nelle valutazioni internazionali sull’Italia, rappresenta solo una parte della riforma in atto. L’obiettivo più importante è il passaggio dalla tutela del posto di lavoro alla tutela dell'”occupabilità” del lavoratore. Rivestirà particolare importanza l’innovazione del sistema delle politiche attive, che dovranno essere ispirate dalla logica della “rioccupabilità”. Bottelli ha poi presentato una sintesi delle questioni di maggiore rilievo che la riforma in atto ha introdotto e delle loro ripercussioni per le imprese.
Giampietro Castano, Coordinatore dell’Unità di Crisi Industriali presso il Ministero della Sviluppo Economico, si è soffermato sull’utilità delle disposizioni contenute nel Jobs Act nell’ambito della gestione delle crisi aziendali. Confermando la bontà della riforma, ha precisato che il Jobs Act – per essere uno strumento utile nella risoluzione delle crisi d’impresa – deve essere perfezionato con 2 interventi: il potenziamento delle politiche attive, con il concreto coinvolgimento delle parti sociali e l’introduzione di strumenti di ristrutturazione che privilegino le imprese con possibilità di risanamento e che vedano la partecipazione attiva sia dello Stato, sia dei privati.
Carlo Balzarini, Esperto in relazioni industriali dello Studio De Luca, ha sottolineato che il decreto attuativo della Legge Delega n. 183/2014, relativo alla parte degli ammortizzatori sociali, è in fase di stesura e l’iter parlamentare che condurrà alla sua approvazione si concluderà probabilmente entro l’inizio di questa estate. Non trapelano indiscrezioni in merito alle scelte del Legislatore. Si è soffermato sui contenuti della nuova disciplina che si prevede saranno presenti nell’emanando decreto legislativo. Al riguardo, lo Studio De Luca prevede una sostanziale delimitazione dell’ambito di applicazione degli ammortizzatori in costanza di rapporto, così da epurarli dalla connotazione assistenzialistica che hanno assunto nel tempo. La Legge Delega ha previsto l’impossibilità di autorizzare le integrazioni salariali in caso di cessazione dell’attività aziendale. Per quanto riguarda le altre previsioni, al momento coincidono con dei punti interrogativi ma, nel complesso, si può ritenere apprezzabile l’intenzione del Governo di procedere con un intervento organico della materia.
Salvatore Vitiello, consulente del lavoro di HR Capital, ha fornito una panoramica sulle novità introdotte in materia di incentivi alle assunzioni, politiche attive ed ammortizzatori sociali a seguito di cessazione del rapporto di lavoro. Si è soffermato sulle novità entrate in vigore a seguito della promulgazione del decreto attuativo in materia di NASpI (la nuova indennità di disoccupazione che sostituirà, a decorrere dal 1° maggio 2015, l’ASpI) nonché delle politiche attive connesse al nuovo strumento di sostegno al reddito (il contratto di ricollocazione). Per quanto concerne gli incentivi alle assunzioni, che secondo gli obiettivi della delega dovranno essere razionalizzati in modo da eliminare quelli meno diffusi ed utilizzati dalle aziende, è stata fatta una descrizione delle principali misure incentivanti con un particolare attenzione alle nuove agevolazioni contributive introdotte dalla Legge di Stabilità 2015.
A conclusione dei lavori, Maria Carla De Cesari, ha sottolineato come, in attesa di verificare l’impatto del Jobs Act sulle sentenze dei giudici del lavoro, la riforma presenti alcuni importanti fronti aperti, in particolare in merito alle politiche attive per il rilancio dell’occupazione. Sul tema della semplificazione delle tipologie contrattuali inoltre, il decreto attuativo in preparazione sembra avere subito un rallentamento.
L’incontro ha offerto i punti di vista di relatori di primo piano appartenenti al mondo ministeriale, confindustriale e sindacale, nell’interpretazione della riforma del Diritto del Lavoro, appena entrata in vigore lo scorso 7 Marzo.
L’incontro è stato coordinato da Maria Carla De Cesari, Vice Caporedattore Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore.
Stefano Nigro di Invest In Lombardy, di cui Studio De Luca è Strategic Partner, nel suo intervento di apertura, ha sottolineato l’importanza del contesto economico-sociale e della tempistica in cui è intervenuto il Jobs Act. L’Italia e la Regione Lombardia sono al centro dell’attenzione internazionale per l’evento Expo 2015. Ha presentato Invest in Lombardy, il progetto in partnership con enti pubblici e privati che fornisce assistenza agli investitori esteri interessati al mercato italiano. Per la qualità delle risorse umane, l’Italia rappresenta un territorio attrattivo che il Jobs Act può contribuire a rendere ancor più appetibile, agevolando le nuove assunzioni e superando la rigidità del mercato del lavoro che ha caratterizzato la recente storia del nostro paese.
Vincenzo De Luca, Senior Partner dello Studio De Luca, ha ripercorso la storia dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, delineando il contesto politico, economico e sociale che in 45 anni ha portato ai tentativi di riforma e di abrogazione della disposizione. Interventi legislativi fortemente contrastati e neutralizzati da un aspro dibattito tra Confindustria e le rappresentanze sindacali. Si è soffermato sulla novità introdotta dalla Riforma Fornero. Ha poi sottolineato come la Riforma Renzi sia intervenuta limitando fortemente la discrezionalità dei giudici nella valutazione della proporzionalità del licenziamento, creando uno spartiacque tra i lavoratori assunti prima e dopo la sua entrata in vigore.
Vittorio De Luca, Managing Partner dello Studio De Luca, ha presentato le misure messe a punto dal Governo per favorire il rilancio dell’occupazione, in linea di continuità con la prospettiva suggerita dalle politiche europee. Dopo essersi soffermato sul riordino delle tipologie contrattuali e sulla disciplina delle mansioni oggetto dello schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 febbraio, ha illustrato i profili più strettamente giuridici del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ed il nuovo impianto sanzionatorio di cui al D.Lgs. n. 23/2015.
Marco Bentivogli, Segretario Generale Nazionale FIM CISL è intervenuto sul Jobs Act come risposta alla crisi occupazionale, esprimendosi in senso critico rispetto alla riforma come sistema unico per creare lavoro, se non accompagnata da interventi di incentivazione della produttività. Ha fornito alcuni dati sul calo dell’occupazione in Italia e definito il dibattito sull’art. 18 “un’arma di distrazione di massa”. Ha proseguito rilevando come per creare stabilità nell’occupazione non sia sufficiente la flessibilità in uscita, ma siano necessari gli incentivi in entrata. Ha concluso specificando che, “se si resta entro i dogmi della flexicurity”, il regime di tutele meno rigido nella fase di cessazione del rapporto di lavoro viene compensato da un mercato occupazionale più dinamico, che consente ai lavoratori di potersi ricollocare, come dimostrato dall’esperienza americana.
Massimo Bottelli, Direttore del Settore Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Assolombarda, ha evidenziato che la riforma dell’articolo 18, di grande rilevanza mediatica anche nelle valutazioni internazionali sull’Italia, rappresenta solo una parte della riforma in atto. L’obiettivo più importante è il passaggio dalla tutela del posto di lavoro alla tutela dell'”occupabilità” del lavoratore. Rivestirà particolare importanza l’innovazione del sistema delle politiche attive, che dovranno essere ispirate dalla logica della “rioccupabilità”. Bottelli ha poi presentato una sintesi delle questioni di maggiore rilievo che la riforma in atto ha introdotto e delle loro ripercussioni per le imprese.
Giampietro Castano, Coordinatore dell’Unità di Crisi Industriali presso il Ministero della Sviluppo Economico, si è soffermato sull’utilità delle disposizioni contenute nel Jobs Act nell’ambito della gestione delle crisi aziendali. Confermando la bontà della riforma, ha precisato che il Jobs Act – per essere uno strumento utile nella risoluzione delle crisi d’impresa – deve essere perfezionato con 2 interventi: il potenziamento delle politiche attive, con il concreto coinvolgimento delle parti sociali e l’introduzione di strumenti di ristrutturazione che privilegino le imprese con possibilità di risanamento e che vedano la partecipazione attiva sia dello Stato, sia dei privati.
Carlo Balzarini, Esperto in relazioni industriali dello Studio De Luca, ha sottolineato che il decreto attuativo della Legge Delega n. 183/2014, relativo alla parte degli ammortizzatori sociali, è in fase di stesura e l’iter parlamentare che condurrà alla sua approvazione si concluderà probabilmente entro l’inizio di questa estate. Non trapelano indiscrezioni in merito alle scelte del Legislatore. Si è soffermato sui contenuti della nuova disciplina che si prevede saranno presenti nell’emanando decreto legislativo. Al riguardo, lo Studio De Luca prevede una sostanziale delimitazione dell’ambito di applicazione degli ammortizzatori in costanza di rapporto, così da epurarli dalla connotazione assistenzialistica che hanno assunto nel tempo. La Legge Delega ha previsto l’impossibilità di autorizzare le integrazioni salariali in caso di cessazione dell’attività aziendale. Per quanto riguarda le altre previsioni, al momento coincidono con dei punti interrogativi ma, nel complesso, si può ritenere apprezzabile l’intenzione del Governo di procedere con un intervento organico della materia.
Salvatore Vitiello, consulente del lavoro di HR Capital, ha fornito una panoramica sulle novità introdotte in materia di incentivi alle assunzioni, politiche attive ed ammortizzatori sociali a seguito di cessazione del rapporto di lavoro. Si è soffermato sulle novità entrate in vigore a seguito della promulgazione del decreto attuativo in materia di NASpI (la nuova indennità di disoccupazione che sostituirà, a decorrere dal 1° maggio 2015, l’ASpI) nonché delle politiche attive connesse al nuovo strumento di sostegno al reddito (il contratto di ricollocazione). Per quanto concerne gli incentivi alle assunzioni, che secondo gli obiettivi della delega dovranno essere razionalizzati in modo da eliminare quelli meno diffusi ed utilizzati dalle aziende, è stata fatta una descrizione delle principali misure incentivanti con un particolare attenzione alle nuove agevolazioni contributive introdotte dalla Legge di Stabilità 2015.
A conclusione dei lavori, Maria Carla De Cesari, ha sottolineato come, in attesa di verificare l’impatto del Jobs Act sulle sentenze dei giudici del lavoro, la riforma presenti alcuni importanti fronti aperti, in particolare in merito alle politiche attive per il rilancio dell’occupazione. Sul tema della semplificazione delle tipologie contrattuali inoltre, il decreto attuativo in preparazione sembra avere subito un rallentamento.
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