Il 20 luglio 2018, le parti sociali hanno raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti all’industria chimica, chimico-farmaceutica, delle fibre chimiche e dei settori abrasivi, lubrificanti e Gpl (cd contratto dei chimici). Le novità principali con riferimento alla parte economica riguardano: (i) il riconoscimento di un aumento di 97 euro lordi (categoria D1) sul trattamento economico minimo durante il periodo di vigenza del contratto che è stato allungato, in via transitoria, di sei mesi, quindi sino al giugno 2022. Aumento questo diviso in 4 tranche: 1° gennaio 2019 di 30 Euro; 1° gennaio 2020 di 27 Euro; 1°luglio 2021 di 24 Euro; 1° giugno 2022 di 16 Euro; (ii) conferma dal mese di luglio 2018 dell’Edr (elemento distinto del reddito) di 22 Euro, a cui si aggiungeranno altri 9 Euro da gennaio 2019 derivanti dalle verifiche del passato contratto. Al termine della vigenza del nuovo contratto è comunque prevista una verifica complessiva per garantire l’allineamento del trattamento minimo collettivo all’inflazione reale. Dal punto di vista normativo, oltre all’accento sui temi dell’occupazione e produttività, l’accordo pone particolare attenzione (i) al miglioramento della qualità delle relazioni industriali, (ii) al crescente investimento sul tema della sicurezza, salute e ambiente (anche mediante strumenti digitali) e (iii) ad una forte spinta alla diffusione della formazione (promuovendo di fatto l’occupazione giovanile). E’ il primo contratto collettivo nazionale di lavoro ad applicare l’accordo interconfederale sulla contrattazione firmato lo scorso 9 marzo (cd. Patto di fabbrica). La parola adesso passa ai lavoratori che nelle assemblee daranno la loro valutazione del contratto.